Dalla rivista della Scuola Medica Ospedaliera Napoletana
“Il Cardarelli”
(Medicina – Chirurgia- Specialità)
Estratto dal Vol. XII – n 2 – 1970
Scritto dal Professor Arturo Infranzi
Gabriele Tedeschi (1859-1936)
Appassionato continuatore della tradizionale Scuola Incurabilistica
Storia Della Scuola Medica Ospedaliera Napoletana.
Da tempi remoti a Napoli esisteva, sia nel campo delle materie letterarie che in quello delle Scienze giuridiche e delle Scienze mediche, un florido insegnamento privato: liberi professionisti, cultori delle materie, nei propri studi e nelle proprie abitazioni, impartivano lezioni, tenevano conferenze, organizzavano corsi a titolo privato a giovani studenti ed a giovani laureati desiderosi di approfondire le proprie conoscenze. Nel campo della medicina in particolare, fin dai tempi della Scuola Salernitana, l’insegnamento privato è stato sempre meglio curato e florido, tanto da superare in alcuni periodi, a detta anche di osservatori stranieri (Combes,1843), l’importanza delle lezioni dei professori ufficiali della Università. In generale nel campo dell’insegnamento parauniversitario potevano essere distinte due diverse forme: in una prima forma l’insegnamento si teneva tutto negli studi privati dei singoli docenti, ed in una seconda forma invece l’insegnamento si teneva in ospedale, direttamente al letto dell’ammalato.
Il primo tipo di insegnamento era più facile per ovvie ragioni nel campo delle discipline giuridiche o letterarie, l’altro era invece non solo esclusivo, ma molto più frequente, nel campo delle scienze mediche eminentemente pratiche.
Negli studi privati i Maestri, liberi da ogni vincolo di corporazione, da ogni autorità di programma, attendevano all’ insegnamento senza preoccupazioni esaminatorie e senza timore di biasimo o speranza di lode: loro giudici i giovani . In questi ogni loro speranza, e la scuola credeva o diminuiva non per occulte protezioni o sollecite arti di amici o di detrattori, ma solo per l’autorità del nome e l’efficacia dell’insegnamento.
Era l’insegnamento fine a se stesso il solo nobile scopo di questi studi privati. A chiunque avesse conseguito la laurea era lecito < aprir scuola> e , se questa non fosse stata vitale, la libera concorrenza e la pubblica disistima l’ avrebbero presto o tardi eliminata. Secondo lo statuto della Santa Casa degli Incurabili
(1519) era permesso ai Medici e Cerusici dare insegnamento clinici nell’ Ospedale anche a personale che non vi apparteneva; l’ospedale era all’uopo fornito di propri teatri anatomici e di gabinetti scientifici. Per tradizione l’insegnamento ospedaliero era di indirizzo essenzialmente positivo: fondandosi principalmente sulla semeiotica come l’abbici della educazione medica, i giovani erano chiamati direttamente alla ricerca dei segni morbosi al letto dell’ammalato prima , e poi alla pubblica discussione del valore diagnostico dei segni rilevati; ogni singolo caso era sotto la direzione ed il controllo del Maestro.
Tanto fiorente fu la Scuola Ospedaliera che già nel Seicento essa toccò il fastigio ad opera di due eminenti cultori delle discipline mediche, Mario Zuccaro e Marco Aurelio Severino. Quest’ ultimo da Primario dell’ospedale assurse alla cattedra di Chirurgia ed Anatomia. La sua Scuola divenne fucina di allievi e cenacolo di studiosi e di dotti. Da tutte le università italiane studenti si muovevano alla volta di Napoli per ascoltare i dotti insegnamenti del Severino. Perfino giovani studiosi dalla Germania, dal Belgio, dall’ Inghilterra, dalla Danimarca e dall’ ultimo settentrione, accorrevano per essere istruiti da lui adattandosi a rimanere nella qualità di amanuensi (Scala)
Allo Zuccaro e al Severino fecero corona non pochi altri che si distinsero nello studio della medicina: Mario Schipano, Carlo Pignataro , Antonio Santarello, Leonardo di Capua , Tomaso Donzelli, Luca Tozzi e Tomaso Cornelio. Quasi tutti ascesero alla cattedra, di guisa che già fin dal seicento gli ospedali di Napoli ed in particolare l’Ospedale degli Incurabili fondevano le loro sorti gloriose con quelle della Facoltà di Medicina, cui certamente non mancarono, quale vero seminario di dotti, di conferire lustro e decoro(Scala). Dalla morte del Severino i rapporti tra la vita accademica e quella ospedaliera andarono facendosi sempre più intimi tanto che si può affermare che da allora la storia culturale dei due istituti scientifici era perfettamente connessa l’una con l’altra. I rapporti dei due istituti, anche quando non riassunsero sul loro campo ambedue le funzioni, di medici ospedalieri e di cattedratici, certamente vissero in un intimo connubio spirituale.
Successivamente, negli ultimi anni del Settecento, un altro grande Medico ospedaliero, Domenico Cotugno. Al pari del suo predecessore, il Severino, fu per i suoi meriti supremi Primario ospedaliero e Professore universitario, consacrando i vincoli intellettuali tra l’ospedale e la facoltà di Medicina, facendo accogliere nell’ Ospedale degli Incurabili alcune delle principali cattedre, quali la sua Anatomia, e le due Cliniche, la medica e la chirurgica.
Dagli storici sono state indagate le cause del fiorire degli insegnamenti privati di Medina a Napoli, e sono state manifestate opinioni diverse, fra cui le più importanti sono state la insufficienza dell’insegnamento ufficiale ed alcune ragioni politiche.
L’ insufficienza dell’insegnamento ufficiale universitario, è stato a volte ascritto a deficienze di insegnanti, a volte a deficienza di direzioni superiori. Scrisse il Combes nel 1843: si vengono per verità sulle cattedre uomini istruiti ed all’ altezza del loro posto: il professorato universitario presenta dei nomi celebri, ma loro manca giornalmente la direzione superiore, e taluni di loro, sia volontariamente e sia per circostanze estranee alla loro volontà, non adempiono alle loro funzioni che raramente ed a lunghi intervalli.
Se in un primo periodo l’ insegnamento era libero nel vero senso della parola, successivamente, senza opposizione sistematica contro le Università, esso cominciò a costruirsi in modo più organico e conciliato con una direzione che potesse assicurare alla gioventù una somma sufficiente d’ istruzione ; esso restava però pur sempre libero da ogni influsso esterno, universitario o politico. Mirabile esempio di libertà, in una città dominata da governi sommamente dispotici, il libero insegnamento visse esente da ogni freno sino al 1823.
Dopo la grande e gloriosa tragedia di quella Repubblica Partenopea che seppe il martirio di Domenico Cirillo, per tema non divenissero scuole di libertà quelle che dovevano essere scuole di scienza, un decreto reale dispose <niuno potrà senza nostro Real permesso aprire scuola per un insegnamento qualunque>.
Tuttavia, poiché tornava assai facile ottenere il permesso, l’insegnamento privato si conservò fiorente ancora sino al 1849 allorché, fatte più vive le apprensioni dei Principi borbonici dopo i moti del 48, le restrizioni aumentarono sempre di più tanto da strozzare sul nascere il fiorire delle scuole private. Questo secondo decreto restrittivo del 1849 era uno dei più naturali corollari del sistema sospettoso secondo il quale il Governo borbonico non ammetteva all’ insegnamento privato che uomini notoriamente ligi all’ ordinamento politico e religioso imposto dallo Stato. Esso derivava ovviamente proprio dalla constatazione che gli studi privati di medicina, proprio le Scuole ospedaliere, erano le principali fucine dei liberali napoletani e di quei sovversivi che tanto diedero alla causa dell’unità d’ Italia. Pauroso covo ne era finanche il Reale Collegio Medico-chirurgico annesso all’ Ospedale degli Incurabili; Ferdinando II si compiaceva di dire e ripetere che <al di qua del faro non aveva cura di 15 provincie, quali di fatto componevano quelle di questa parte del Reame, ma bensì 16>; e la 16° era rappresentata dal Collegio Medico; i moti liberali del 1820, del 1838 e del 1848, trovarono nella gioventù del Collegio un ausilio potente.
Precursori della Scuola Medica Ospedaliera Napoletana – intesa come una vera e propria organizzazione di coordinamento dei Corsi tenuti dai docenti ospedalieri – furono alcuni Primati ospedalieri, dell’ Ospedale Incurabili: i proff. Foliena, Di Giulio, De Martino e Ciccone. Questi fondarono nel 1846 in seno all’ ospedale un <Ateneo o Corso compiuto di Studi Medici>; la scuola diede vita anche ad un giornale medico periodico il quale ripeteva lo stesso nome <L’ Ateneo>. Dalla prolusione al Corso pubblicata nel primo fascicolo dell’omonima rivista si legge:<gli studi privati restando isolati affrettano troppo, precipitano l’ istruzione, rendendola superficiale anziché solida> e per tanto venivano proposte come rimedio <le Associazioni dei Privati Maestri nelle quali a ciascuno verrà la sua parte assegnata. Allora di molti studi privati viene a formarsene uno solo, molte forze riunite cospireranno tutte egualmente al medesimo interno , l’ istruzione sarà più regolare e meglio diretta, ed i bisogni intellettuali della moderna gioventù meglio soddisfatti ed appagati>.
Nel clima dell’epoca anche tale scuola divenne una fucina di giovani liberali, oppositori del governo borbonico: il prof. Ciccone venne arrestato selle scale dello stesso Ospedale Incurabili!.
Il periodo che va dal 1848 al 1860 fu il periodo più bello, più grande, più glorioso, più produttivo della Scuola Medica Ospedaliera.
Quando infatti la Università non esisteva, o meglio non vi si insegnava, negli Incurabili fiorirono le scuole, mediche, chirurgiche ed anatomiche, e queste non solo educavano fortemente le menti al sapere, ma ritempravano gli spiriti e plasmavano ed incoraggiavano anche gli animi verso i nuovi destini che volevano l’ Italia libera ed unita.
Fu questa l’era e l’ oro dell’ insegnamento medico incurabilistico, era nella quale nomi giganteschi, rispettati, onorati e temuti, appaiono sull’ orizzonte dello scibile medico: da Cotugno e Cirillo a Ramaglia, Sementini, Lucarelli. Petrunti, De Renzi, Cattolica, Amantea, Armanni, d’ Amato, Ria, Capozzi, Moscati, e tanti altri fino ad A. Cardarelli, che dopo il Severino ed il Cotugno , anche egli dalla corsia dell’ ospedale assurse alla cattedra universitaria.
Dopo la costituzione del Regno d’ Italia , la Libera docenza, come istituzione attuale , venne creata nel 1875 : Legge Bonchi . l’autonomia della Scuola Ospedaliera Napoletana, più particolarmente quella degli Incurabili, venne affermata in una legge (16 luglio 1882) , e successivamente ribadita nel 1890 e 1894.
All’ insegnamento libero, quindi, succedeva l’insegnamento pareggiato che doveva servire di aiuto e di completamento all’ insegnamento universitario. Questo periodo fu meno glorioso del primo, ma anche in questo è periodo l’insegnamento medico-chirurgico negli Incurabili si mantenne alto ed elevato come in nessun’ altra parte ed in nessuna città d’ Italia; basti ricordare i nomi di Tomaso Senise, patriota e clinico eminente, di Guarino, Fazio, Biondi ed altri per la medicina , e quelli di Caccioppoli, d’ Ambrosio, Foliena, ed altri per la chirurgia. Si potrebbe chiamare questa l’era d’ argento della Scuola Medica Ospedaliera, ma anche questo fu un periodo bello e glorioso in cui il nome e la fama della scuola stessa furono sostenuti oltre che dal valore degli insegnanti, dal disinteresse, dalla generosità , dal cuore e dall’ abnegazione con cui questi si dichiaravano continuatori del glorioso passato .
Nel 1925 , dopo tanti secoli durante i quali l’ insegnamento clinico aveva vissuto nell’ ospedale una vita spontanea ma rigogliosa, considerata la necessità di coordinare i corsi pareggiati che i Liberi Docenti esercitavano negli Incurabili , e ripetendo quindi la stessa idea che nel 1846 avevano avuto altri Primari ospedalieri , un illustre Primario dell’ Ospedale , Gabriele Tedeschi , ancora appassionato insegnante sebbene volgesse già nel 70° anno di età, pensò e volle la costituzione di una <Scuola Medico-Chirurgica Ospedaliera> che fu in pratica il primo abbozzo della <Scuola Medica Ospedaliera Napoletana> cosi come attualmente costituita. Una scuola , secondo il Tedeschi, libera da ogni vincolo burocratico ed universitario, una Scuola esercitata in concorde sforzo da tutti i più anziani e provetti Ospedalieri forniti del titolo di Libera docenza, una scuola che doveva servire da una parte quale palestra di nobile emulazione tra i Maestri , e dell’ altra come corso di aggiornamento e di perfezionamento sia per studenti degli ultimi anni clinici, e sia e soprattutto per i medici pratici così lontani dai centri universitari e così bisognosi di approfondire la loro cultura e la loro esperienza personale.
Dopo avere lasciato la Cattedra, Capozzi che con onore e con prestigio occupava nell’ Ospedale Incurabili, il Tedeschi realizzò il suo sogno al culmine della carriera ospedaliera e della vita professionale, nostalgicamente avvinto alle tradizioni del suo ospedale, animato dall’ orgoglioso desiderio di non veder sepolte quelle tradizioni che avevano suonato gloria per secoli in una dilagante mediocrità abulica ed unitaria.
Due anni di tenace ed indefesso lavoro gli furono necessari per concretizzare la sua idea; non solo ma anche sacrifici personali, oltre che di tempo anche di denaro; elargì oltre ventimila lire per l’adattamento dei locali e per l’arredamento dell’annesso. Per realizzare il suo ferreo pensiero costruttivo dovette superare difficoltà non lievi, dovette sbaragliare ostruzioni non pochi, dovette vincere ostilità sorde e palesi, chiare e dissimulate, dovette ingoiare amarezze, dovette superare avversità e gelosie.
L’ amministrazione straordinaria degli Ospedali Riuniti concesse il suo patronato alla Scuola e l’uso di locali appositamente riservati; il prof Pace che fu uno dei primi entusiasti collaboratori del Tedeschi mise a disposizione i suoi apparecchi personali, e così pure un altro collaboratore il prof. Cicconardi, donò alla Scuola un primo nucleo di libri che dovevano servire di base per la istituzione di una biblioteca.
Raccogliere in un fascicolo tutti i vari competenti e profondi conoscitori delle svariate branche mediche, comportò in un tutto armonico a beneficio della propria ed altri cultura; creare nuove fonti di pratico ammaestramento per gli studenti dell’ ultimo biennio e per i medici liberi e condotti, desiderosi di apprendere per poter esercitare il loro mestiere con maggiore passione e con più elevata coscienza e dignità; mettere a disposizione di costoro il prezioso e ricco materiale ospedaliero , migliorarne e completarne la cultura, mostrando quando di nuovo e acquisito alla scienza ed alla pratica, nel campo della clinica , della terapia e delle scienze biologiche, nel supremo interesse della salute umana che è quanto di più sacro e geloso possa esservi nel mondo; fiancheggiare, insomma , con autorità, con dignità, con rispetto reciproco, con presidio di cultura e con mezzi biologici adeguati ma soprattutto con eminente indirizzo pratico, l’ opera degli Insegnamenti clinici universitari più specificatamente intesi invece al puro ed alto progresso della Scienza, pur sempre nel medesimo interesse per la salute umana: questi gli scopi della Scuola Medica Ospedaliera Napoletana, questa la sua nobilissima ambizione, ripetendo le stesse parole del Tedeschi nella propulsione che Egli tenne nella storica farmacia degli Incurabili, alla fine del 1925, propulsione che fu pubblicata nel 1926 nella rivista <Studium> che da quell’ anno divenne l’ Organo ufficiale della Scuola Medica Ospedaliera di Napoli.
Tale rivista di Scienze mediche, fondata nel 1908 e diretta da Tomaso Senise, sin a quell’ anno aveva come principale norma statuaria la pubblicazione delle lezioni del prof. Cardarelli che proprio nel 1927 doveva finire la sua vita; successivamente quindi come prima norma si fregiò di pubblicare <Lezioni , propulsioni e Conferenze dei migliori Professori delle Università italiane e in special modo di quelli dell’ Università di Napoli, segnatamente di quei Professori che fanno lezione nel grandioso Ospedale degli Incurabili di Napoli >. Dalla rivista <Studium> alla rivista <Gli Incurabili> (1933-1939), alla rivista <Il Cardarelli>, l’ attività della Scuola Medica Ospedaliera Napoletana, ha trovato sempre una degna e diffusa tribuna.
Al Tedeschi restò intestata per molti anni una <Società di Cultura>, annessa alla Scuola, Scuola da egli stesso istituita, dalla commemorazione ufficiale fatta da D. Pace il 6 dicembre 1936; tre mesi dopo la sua morte, nella Farmacia monumentale dell’Ospedale Incurabili, e da un’altra commemorazione pubblicata da G. Fienga sulla rivista <Gli Incurabili> che in quell’ epoca rappresentava il giornale medico ufficiale dell’Ospedale.
Poiché all’epoca l’Ospedale Incurabili era parte degli Ospedali Riuniti di Napoli, l’organizzazione della Scuola Medica Ospedaliera cambiò sede e fu trasferita presso l’Ospedale Cardarelli, capofila dei Riuniti. Qui assunse una strutturazione differente con la formulazione di un nuovo statuto,
PROFILO DEL FONDATORE DELLA SCUOLA MEDICA OSPEDALIERA NAPOLETANA
Gabriele Tedeschi (1859-1936)
Nacque il 18 febbraio 1859 a Villa Santa Maria nell’ Abbruzzo Chietino. Fin dall’ adolescenza dette segni non dubbi d’ essere un precoce, dall’ anticipato ardere desiderio di apprendere e distinguersi; infatti già negli studi classici si fece singolarmente notare , ed essi furono da lui compiuti in modo assai brillante , avendovi posto serietà e la passione di chi vuole affrontare la vita professionale con quel corredo indispensabile di cultura generale che dà alla personalità intellettuale una completezza necessaria ed estetica.
Allorché s’ iscrisse alla Facoltà di Medicina e Chirurgia egli ubbidì ad una sicura vocazione, con la consapevolezza intima e divinatrice che quella fosse la via che avrebbe condotto alle mete ideali a cui tendevano tutte le forze del suo spirito pronto. ed aveva appena finito il primo biennio delle scienze naturali quando prendeva parte ad una gara e conquistando un ambito premio d’ incoraggiamento.
nel 1883, consegui la laurea e, forte d’ una eccezionale cultura, dette inizio, a Napoli, a quella carriera professionale e scientifica che doveva elevarlo alle più alte vette della fama e della gloria.
Giovanissimo ancora entrò nella clinica del Prof. Cantani ed in questa fu prima assistente, poi Preparatore e Direttore dell’Istituto antirabico annesso alla Clinica stessa, mentre, sotto la guida di quel sommo maestro che fu Luciano Armanni, attendeva appassionatamente agli studi di Istologia ed Anatomia Patologica. di tale periodo sono i suoi primi lavori originali e la collaborazione geniale al giornale <Il Morgagni> che accolse importantissime sue riviste sintetiche.
nel 1891 conseguì per titoli la Libera docenza in Patologia Medica e Clinica Medica generale nella Università di Napoli, dove per ben quarantacinque anni dettò le sue meravigliose lezioni, alle quali accorsero numerosissimi studenti e medici, attratti dalla smagliante e persuasiva sua parola e dalla metodica eccezionale che fecero di lui un singolare Maestro.
Nel 1891 concorse alla Cattedra di Patologia Medica nella Università di Modena e più tardi si cimentò per quella di Clinica Medica alla università di Messina, ottenendo una eleggibilità quando mai lusinghiera, ma per l’ingiustizia partigiana degli uomini di quel tempo non fu dato accedere all’ insegnamento ordinario. d’ altra parte potrebbe dirsi che questo fi ventura per la Libera Docenza italiana che ebbe da lui lustro immenso, poiché dalla sua scuola pareggiata egli dettò lezioni di clinica che furono considerate degne delle più grandi cattedre ufficiali.
Intanto nel campo professionale pratico Gabriele Tedeschi andava affermandosi in maniera superba ed in breve il consulente più quotato e ricercato non solo dalla città, ma di tutto il mezzogiorno d’ Italia. giacché la fama del suo valore e dei suoi successi si era andata diffondendo, assieme all’ entusiasmo quasi fanatico che egli aveva saputo infondere nell’ anima di migliaia di allievi sparsi dovunque, nei grandi e piccoli centri.
Questa meritata fortuna non lo distrasse però mai dalla sua passione agli studi ed alla ricerca, anzi fu stimolo a sempre più alte mete e a sempre nuove conquiste ideali. E pubblicò numerose altre monografie. Sostenne pio e vinse concorsi per titoli e per prove ed ottenne così i posti delle Prigioni di Napoli e quello di Medico ordinario dei R.R Educanti. Consecutivamente divenne poi Direttore del laboratorio di Chimica e Batteriologia negli ospedali della Pace e di S. Eligio , Direttore dell’ Ambulatorio per malattie del tubo digerente nell’ ospedale della Pace , Direttore di Reparto nel grande Nosocomio degl’Incurabili ed in ultimo vinse brillantemente il concorso per titoli a Direttore della Clinica Medica <Domenico Capozzi>, istituita nello stesso ospedale degli Incurabili. Tutti i maggiori istituti fecero a gara per poter usufruire del suo ambissimo parere in ogni caso controverso e difficile, e perciò fu nominato Consulente dell’ ospedale dei Pellegrini, Consulente dell’ ospedale S,Eligio, Consulente dell’ ospedale Municipale di S. Gennaro Extra Moenia , Consulente delle Ferrovie dello Stato.
Mentre si dedicava a questa eccezionale attività , che rivelava una tempra d’ uomo superlativamente dinamico, come per miracolo fluivano dalla sua penna lavori importantissimi , che avevano accanto ad una indiscutibile genialità originalità, il dono d’ una chiara limpida esposizione preziose tutte, testimonianza sicura e documentazione indistruttibile della forza poderosa del suo ingegno, dell’ immenso suo acume scientifico, di uno straordinario senso critico e di una cultura poderosa ed eccezionale .fra le più conosciute vanno ricordate quelle che riguardano i suoi studi sulla eliminazione del piombo dall’ organismo nelle paralisi saturnine, i suoi metodi originali di palpazione del fegato e della milza, i disturbi del ritmo cardiaco nel gastro ed enteropatie, le angine gastriche e intestinali, l’ itterizia nella cirrosi volgare , l’ esame della motilità gastrica, l’ influenza dei nervi vasomotori considerata in diretto rapporto col cambio materiale , le ricerche sperimentali sull’ azione della morfina nello sviluppo e nel decorso della infezione tubercolare, il suo pensiero sull’ ulcera duodenale, ecc.
Sopra tutte le sue pubblicazioni eccelle però senza alcun dubbio il grande Trattato di semiologia fisica e funzionale degli organi addominali, edito nel 1905 per tipi del Giannini. Opera importantissima ed universalmente nota, singolare e preziosa creazione della sua attività intellettuale e risultato di una speciale esperienza clinica, questo poderoso denso volume dà a Gabriele Tedeschi l’ incontestabilità titolo di merito di documento organico quando di nuovo e di preciso si era acquisito in Italia essere stato il primo autore italiano che abbia saputo consacrare in un e fuori fra i più forti dell’ epoca, primo a coltivare la specialità delle malattie del tubo digerente e ad insegnare la semeiotica funzionale degli organi addominali a Napoli , egli potette portare al suo trattato tutto il coscienzioso ed illuminato contributo delle sue personali indagini cliniche e scientifiche, tanto da renderlo cosi completo e perfetto che dal suo primo apparire fu salutato dal plauso e dalla ammirazione di tutti ,in Italia e nei maggiori centri di cultura stranieri.
L’ uomo di scienza non volle negare la sua fervida e generosa operosità anche agl’ interessi amministrativi della città che lo aveva ospitato e dove aveva colto la palma delle sue più belle vittorie, e nel 1914 fu Consigliere comunale di Napoli e poi Assessore comunale per l’ Igiene , carica nella quale rimase per quattro anni . caldeggiò con appassionata e celebre orazione la necessità dell’ integrazione dell’ assistenza ospedaliera a Napoli , propugnò ed effettuò l’ istituzione di un ospedale per depositari e diede il maggior impulso possibile alla costruzione dell’ ospedale Cotugno per malattie infettive, dove Il Municipio di Napoli volle più tardi intitolare a lui , in segno di riconoscenza, uno dei nuovi padiglioni.
Allorché gli si offrì l’ altissima carica di Sindaco di Napoli egli la rifiutò , preferendo tornare tutto ai suoi studi prediletti ed al suo insegnamento , ai quali si dedicò con più intenso fervore e con rinnovata passione.
La Società Antitubercolare , primo tentativo fatto a Napoli di lotta contro la tubercolosi , lo ebbe , insieme a Leonardo Bianchi , Socio Fondatore , ed anche in questo campo egli portò un largo contributo di generosa operosità.
L’ ultima opera costruttiva di Gabriele Tedeschi è stata la importantissima fondazione della Scuola Medica Ospedaliera nell’ Ospedale Incurabili di cui fu degno Direttore ed alla quale donò largamente attività e mezzi, affinché essa fosse all’ altezza del suo sogno. Accanto alla scuola volle poi organizzare anche la <Società di cultura>, che divenne mercé sua una vera e fiorente accademia , alla quale parteciparono con relazioni e discussioni di altissimo interesse scientifico e partico, tutti i più valorosi Medici e Docenti degli ospedali Uniti . Queste istituzioni rappresentarono fino agli ultimi giorni della sua vitale passione dominante del gran cuore di Gabriele Tedeschi che anelò sempre veder tornare il glorioso Ospedale degli Incurabili ai fastigi dei tempi non lontani , nei quali da esso s’ irradiava un’ infinita luce di dottrina e di esperienza.
BIBLIOGRAFIA
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